CONTEMPORARY RAGA #08: VARSA

VARSA è la parola sanscrita che sta per pioggia, questo il titolo che ho scelto per la questa nuova composizione e si articola in due parti. Varsa è il frutto della collaborazione con un altro artista straordinario dal carattere eremitico, il chitarrista e compositore romano Emanuele Cinelli Bhagadavaita, che è anche costruttore di strumenti artigianali di sua invenzione e suona in questa occasione.

Dopo una lunghissima gestazione di tre anni quello che ne è scaturito è una mini-suite che tenta di descrivere le sensazioni associate all'arrivo del monsone che nel continente asiatico si ripete da tempo immemore portando con sé fertilità e vita.

Quest’ultimo raga presenta nella prima sezione uno studio organizzato attorno al modo ionio, comunemente noto col nome di scala maggiore, Do Re Mi Fa Sol La Si, per intenderci. L'approccio a un materiale così comune ci ha posto di fronte alla sfida di offrirne una versione stimolante. Infatti, mentre gli altri modi sono tutti caratterizzati da un colore inconfondibile la scala maggiore si connotata da una apparente semplicità che non stimola immediatamente la creatività. Ci viene in soccorso l'India: con le sue melodie sinuose prive di un'armonia verticalizzata, propria della musica occidentale e dei suoi percorsi obbligati. In un tale contesto, non dissimile dalla musica antica europea, il modo ionio ha in un suo carattere sentimentale.

Ho deciso di procedere partendo da una serie di suoni naturali, da me campionati e processati al fine di enfatizzarne il gusto originale. In apertura il suono del monsone, registrato nel patio di casa, proietta ‘ascoltatore all'interno di una dimensione spaziale che serve a introduree l'engram tonale, una sequenza ripetuta di toni che stabiliscono il contesto armonico. Utilizzo il concetto di tonal engram per indicare una sequenza melodica particolarmente pregnante che può essere ripetuta indefinitamente per creare un ambiente nitido e definito e stimoli l'immaginazione dell'ascoltatore.

Emanuele Cinelli Bhagadavaita

L'utilizzo dei suoni ambientali, il monsone prima e le rane gamelan poi, non sono intesi solamente al fine di creare un effetto suggestivo ma piuttosto completano la musica con la quale si fondono in un'unione pittorica dei luoghi e dei suoni e trasmettere così le sensazioni che il compositore vuole narrare e sono contenute in parte già nel titolo, come era d’uso tra gli espressionisti.

Dopo l'apertura del monsone, dei suoi tuoni e della pioggia battente, l'alapa ( introduzione ) del raga offre una improvvisazione di sassofono soprano ampia e ricca di inflessioni che conduce al tema enunciato dal sax contralto. Le rane indonesiane, metalliche e percussive come le orchestre gamelan, annunciano la seconda parte del raga che vede un cambiamento sia di armonia che di atmosfera. L'ostinato sapientemente tessuto dalla chitarra di Cinelli ha anch’esso il gusto tipico del genere indonesiano Gamelan, la cui sonorità è caratterizzata dall'incedere ipnotico e misterioso unito all'ambiguità armonica. Il timbro di questi strumenti tradizionali richiama a tratti il ritmico ticchettio della pioggia e i suoni della natura, è l'ambiente adatto a preparare l'improvvisazione di Emanuele alla Vītār, la chitarra-vīnā, strumento di sua invenzione. Il suo assolo ombroso e riflessivo incastonato sul modo frigio e sul ritmico gracidare delle rane ci narra dell'attesa del termine della stagione delle piogge che infine giunge annunciato da una misteriosa orchestrina ambulante kentrung, questa è seguita da una serie di scrosci finali rappresentati da una serie di pennate di chitarra che si accavallano come onde, risciacquando la memoria prima di ripetere un'ultima volta il tema iniziale.

In corso d'opera mi sono reso conto che uno dei canoni estetici che si sta spontaneamente affermando nella mia musica consta nel tentativo deliberato di creare un senso di stupore e disorientamento a mezzo di figure poliritmiche asimmetrici e ripetute. Come in un sogno, la meraviglia infantile consiste nel divenire improvvisamente consapevoli dello spettacolo della natura che era sempre lì ma che noi abbiamo dimenticato. Le rane e gli arpeggi nel finale di Nivata sono stati un precursore in questo senso.

Questo è certamente il raga che ha richiesto più lavoro e dedizione per mantenere viva la motivazione e vederlo finalmente portato a termine. La mia soddisfazione è tale che posso promettere all'ascoltatore distese di pace e bellezza ultraterrena.

Stefano Palleni

il nuovo raga varsa di stefano palleni



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